A proposito del Garibaldi e di Garibaldi che vi fu ospitato nel luglio del 1867, abbiamo trovato un articolo apparso sul numero 3 anno 2010 de “Il Paese”. La ricostruzione dell’evento, gustosa, ve la proponiamo di seguito tal quale:
Il 12 luglio del 1867 Giuseppe Garibaldi venne a Buti a raccogliere fondi per la campagna contro lo Stato Pontificio. Da due decenni Garibaldi andava dichiarando come fosse venuto il tempo di “far crollare la baracca pontificia” e, il 9 settembre 1867 ad un Congresso della Pace ospitato dalla protestantissima città di Ginevra, definiva il Papato “negazione di Dio … vergogna e piaga d’Italia”. Sembra che in paese “ruscolò” poco e piuttosto contrariato si rivolse alla folla che si accalcava in Piazza in modo brusco. La scena viene raccontata da Enzo Pardini con alcuni simpatici versi:
Camice rosse giovannotti fieri
dar passo bardansoso e nervi sardi
segueno ‘r Generale Galibardi
oggi colla passion ch’aveano ieri.
‘N piassa a Buti arrivano spavardi
e una sosta e fano volenchièri
beata gioventù sènsa pensieri
quanto camina’ ‘n questi giorni cardi.
E’ messogiorno e ‘r popolo accarcato
accrama ‘r Generale con fervore
a cui un rinfresco è stato preparato.
Egli a veder la gente che llo vòle
sènsa tené’ ‘n conto ‘r gran calore
dice Butesi ‘ndate via dar sole.
Un’ulteriore testimonianza si può leggere su “Nella comunità di Buti”, la pregevole raccolta di cronache, personaggi e curiosità di Francesco Danielli:
“Giuseppe Garibaldi viene a Buti con una parte della sua truppa; Michele Giusti, detto Ghelle, attendente del Generale nel 1866, gli va incontro al Bastimento e lo fa salire sulla sua carrozza per portarlo fino in Piazza, dove viene accolto da una folla strepitosa. Viene fatto salire nel Palazzo della Casa del Popolo (già allora si chiamava così. Oggi, per come è combinato, è disdoro per la Piazza e offesa al suo passato – fatta eccezione per la parentesi del fascismo – compreso le lapidi dedicate a Garibaldi), dove poi gli verrà offerto un rinfresco. Molti si susseguono a parlare per porgergli il benvenuto, e ben presto si arriva verso il tocco quando viene data la parola a Garibaldi, che si affaccia al balcone. Tutta la popolazione, che ha atteso sotto il solleone per sentirlo parlare, lo acclama ed attende un suo discorso. “Andate via dal sole Butesi, che è l’ora di mangiare!”. Queste le sue uniche parole pubbliche. Era venuto a Buti per prendere i soldi in prestito (glieli dette anche il sindaco Danielli) per le sue campagne militari”.
Il ritratto che è appeso nella parete interna del Circolo Arci “Ai fichi” in Castel di Nocco. Lo stesso Garibaldi lo donò ai Coscera per riconoscenza dell’ospitalità ricevuta in occasione del suo passaggio a Buti il 12 luglio 1867
Massimo Pratali, che nel 1999 raccolse “storie, fatti e leggende di un paese toscano scritte in vernacolo butese” nel volume “N quer di Buti”, ci ha invitato a riprodurre un verbale della Società Operaia (le S.O. videro la luce intorno alla seconda metà dell’800; nascono per sopperire alle carenze dello stato sociale ed aiutare così i lavoratori a darsi un primo apparato di difesa, trasferendo il rischio di eventi dannosi), che in quel periodo era attiva in paese, dove viene chiarito l’antefatto delle due lapidi sopra ricordate. Eccone alcuni brani:
“Alla morte di Garibaldi, il 2 giugno 1882, “ il sindaco di Buti, dott. Domenico Danielli e la Giunta, scrissero un telegramma alla famiglia dell’Estinto:
“Famiglia Garibaldi – Caprera.
Giunta Municipale di Buti, vivamente commossa inaspettata perdita Genio di questo secolo, associa suo-vostro dolore”
Nel paese di Buti fu costituito un Comitato per le onoranze funebri in onore dell’Eroe….
Il Comitato fissò il giorno per rendere omaggio all’illustre Estinto, fu stabilito il 16 luglio 1882, ore 16. Quel giorno, il Consiglio approvò di ribattezzare la Piazza Nuova, dove sorgeva la casa che ospitò il Generale, in Piazza Giuseppe Garibaldi; di porre su quell’edificio una lapide che ricordasse ai posteri l’onore avuto da Buti e di celebrare solenni funerali civili in memoria del Grande Estinto….
I1 16 luglio, con un imponente trasporto civile, venne reso omaggio a Giuseppe Garibaldi, l’Eroe dei Due Mondi. Fin dalle prime ore del mattino, il paese presentava un’insolita animazione: passavano uomini, ragazzi e bambini con bandiere e festoni per ornare le case; i muri delle strade, da dove sarebbe passato il corteo, vennero ricoperti con cartelli recanti scritte le gesta immortali dell’Eroe. Le finestre furono parate a lutto, ovunque vennero messe splendide corone e tutte le strade vennero ricoperte con rose e mirto.
La piazza, dove veniva fatta la commemorazione, da quel giorno Piazza Garibaldi, era addobbata e al centro vi sorgeva, in mezzo a quattro giganteschi pennoni, una colonna mozza con sopra l’effigie del Generale. Intorno alla piazza, erano appoggiate ai muri, delle aste con alla sommità delle piccole bandiere incrociate e degli scudi con scritti i principali Patti d’arme della leggendaria Camicia Rossa. Splendido e pittoresco era l’aspetto che il paese di Buti presentava.
Erano circa le sei quando i1 corteo si mosse da Piazza del Municipio e passando per Via della Rosa, del Teatro, Via Vittorio Emanuele, arrivò a Piazza Garibaldi nel seguente ordine: Fanfara, Società Guido Monaco, Circolo Democratico, Biblioteca Circolante, Società Operaia, Scuola privata maschile Cosci, Scuola maschile comunale delle Cascine, Scuola maschile comunale di Buti, Reduci Patrie Battaglie, inviati e impiegati governativi e comunali, Municipio, Giudice Conciliatore, Consiglio della Società Filarmonica, Banda musicale comunale e guardie comunali….
11 30 Settembre 1883 fu organizzata una grande festa il cui ricavato servì per la realizzazione del monumento a Garibaldi. Quel giorno, in paese ci fu una splendida illuminazione che a Buti non s’era mai vista prima, tutta la piazza era illuminata a giorno, fu fatta la tombola che fu vinta dal sig. Deleny Giovanni di San Remo, quel giorno ospite del Sindaco. Il sig. Giovanni donò la vincita al Comitato per la realizzazione del monumento….
I1 13 Novembre dell’anno 1883, vi fu un’altra festa indimenticabile in onore alla commemorazione del busto del Generale Garibaldi. In quel giorno, i dilettanti della Compagnia Panelli e la Società Filarmonica ebbero il gentil pensiero di organizzare una serata di gala a totale beneficio della cassa per il monumento a Garibaldi. La serata riuscì come non si poteva meglio sperare. Il Teatro era sfarzosamente illuminato e addobbato. I1 pubblico era numerosissimo, tant’è vero che tutti non riuscirono ad assistere alle spettacolo. All’entrata c’era il sig. Palmazio Dini sul cui petto brillavano le decorazioni guadagnate sui campi di battaglia, che non sopperiva quella sera a ricevere i biglietti d’ingresso….
Tuttavia, malgrado gli sforzi fatti dal Comitato, il monumento a Garibaldi non fu fatto.
Passarono alcuni anni e fu ricostituito un Comitato…
Era il 4 luglio 1907 quando fu inaugurato, in forma solenne, un “Medaglione” a Garibaldi opera dell’insigne scultore prof. Ettore Ferrari con un’epigrafe del poeta siciliano Mario Rapisardi:
“A Garibaldi liberatore – che intento a Roma fatale – Qui sostò qualche ora – I1 12 Luglio 1867 – Consacrano questo ricordo i butesi – nel centenario della sua nascita – Conoscenti all’Eroe – che insegnò più volte col sacrificio – Come le idee redentrici della nazione – Sopravvivendo alle sanguinose sconfitte – Vincono finalmente – Per virtu di popolo – La congiurata violenza degli oppressori – E le ambagi insidiose dei politicanti”.
Il medaglione venne posto nella casa dove abitò il Grande Estinto…. Il segretario del Comitato, salito sul palco insieme agli oratori, lesse la nota delle Associazioni intervenute, da Pisa: Circolo “E. Socci”; da Pontedera: Libero Pensiero, Reduci Fratellanza Militare, Circolo “G. Bruno”; da S. Giovanni alla Vena: Circolo “G. Mazzini”, Circolo Giovanile Repubblicano, Fratellanza Artigiana, Club “L’Armonia”; da Vicopisano: Circolo Socialista, Circolo Socialista Giovanile, Circolo Repubblicano “A. Saffi”, Cooperativa “Terrazzieri”, Società Operaia; da Bientina: Cooperativa “Terrazzieri”, Società Operaia; da Buti: Municipio, Circolo “L’Armonia”, Cooperativa Corbellai e Cestai, Circolo Socialista “Jacopo Danielli”, Lega di Miglioramento tra Vetturali, Società Operaia e Reduci Patrie Battaglie….
Il segretario, infine, presentò l’illustre concittadino Pio Pardini che parlò a nome del Comitato, poiché il Presidente, sig. Fortunato Cioni, non aveva potuto presenziare per gravi motivi di salute.
Il Pardini fece la storia di come nacque in Buti l’idea di onorare il grande Eroe, mandò un caldo saluto alla memoria del prof. Jacopo Danielli, primo presidente del Comitato, salutò le Associazioni intervenute, i Reduci, le rappresentanze e il popolo tutto. Rievocò, con calde parole, i fatti più salienti della vita di Garibaldi e spesso fu interrotto dal pubblico con scroscianti applausi.
Dopo il sig. Pio Pardini, parlò l’avv. Francesco Bianchi di Lucca e con lui si chiuse la manifestazione mentre la Banda intonava l’inno di Garibaldi”.
Una cronaca intrisa di retorica che a leggerla oggi fa tenerezza, ma da cui si intuisce quanta e sincera adesione popolare ci fosse al ricordo di Giuseppe Garibaldi.
La posizione delle due lapidi. Quella posta sul lato del circolo Garibaldi in Via di mezzo riporta la seguente scritta: AD ONORANZA PERPETUA DI GIUSEPPE GARIBALDI OSPITE IN QUESTE MURA IL XII LUGLIO MDCCCLXVII IL MUNICIPIO DI BUTI PONEVA IL XVI LUGLIO MDCCCLXXXII, mentre l’altra, il “medaglione”, guarda la piazza.
(le foto sono di Maurizio Pieroni).