Un nuovo inizio


Si, siamo sempre vivi e allora non si deve stare zitti. Anche se “Il Paese” cartaceo è venuto meno perché rappresentava un impegno finanziario troppo gravoso, si può provare a dire la nostra con Internet e i suoi social network. Ripartiamo trasformando il sito de “Il Paese” in un blog diviso in sezioni come nel foglio.

Prenderemo “l’aire” e spazieremo come si riusciva a fare nel tempo andato. Così continua un’avventura lunga una vita quando si pensi che “Il Paese” è stato pubblicato fin dal 1990, ma le radici sono ancora più antiche. Basti ricordare quanto fu fatto nel 1960 con l’altro periodico “Il Focolare”.

Ci siamo presentati sempre con appena quattro facciate e comunque, anche in quello spazio stretto, ha sempre resistito la presunzione di dire qualcosa che servisse alla comunità. Verso dove? Le solite nostre “fisse” dette e ridette anche al momento che presentammo il sito.

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“In un momento confuso e per certi aspetti torbido, dove agiscono potenti spinte all’individualismo e al localismo, “Il Paese“, periodico mensile pubblicato e distribuito nel solo territorio di Buti, cerca di dimostrare che l’interesse per i problemi paesani può non immiserirsi in una visione paesana. Quindi troveremo trattata la minuzia, il fatterello, ma allo stesso tempo ci si schiera su quanto accade fuori.

Un foglio che opera netta una scelta democratica e di sinistra e che afferma il valore della nonviolenza e il ripudio del razzismo. “Il Paese” vuole offrire uno spazio di confronto tra i butesi sui problemi locali, senza dimenticare (veniva affermato nella presentazione del primo numero nel 1990) che mancano appena dieci anni all’alba di un nuovo millennio; che hanno luogo rivolgimenti profondi, per cui si intravedono possibilità di collaborazioni a livello planetario (e purtroppo, dopo l’11 settembre 2001, possibilità di scontro), che renderanno sempre più esplicita l’interdipendenza di tutti con tutti. Masse di uomini fuggono le condizioni miserabili di vita del terzo e quarto mondo e approdano nei paesi opulenti dell’Occidente. Quindi salvare una nostra diversità non per isolarci, ma per partecipare più umanamente attrezzati alle vicende del mondo”.

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I numeri cartacei arretrati sono consultabili in formato PDF, leggibile con Acrobat Reader (se non lo avete, scaricatelo quì): selezionate l’anno che vi interessa dai menu’ a tendina nella parte superiore della pagina.

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