Archivi mensili: Maggio 2016


Io, Guido e la Tosca

uscita-anni-50Era l’inizio del decennio e il tempo quello della scuola elementare; precisamente l’anno scolastico cinquantatre-cinquantaquattro.
Si stava tutti e due a Puntaccolle, io nel Poggetto e Guido nel Rietto.
Lui ci veniva spesso là dove stavo io, “mi veniva a chiamà’ e mi ‘spettava” in fondo di scala. E anch’io facevo uguale: lo chiamavo e lo aspettavo in fondo di scala. Non si stava a “perde’ tempo a entrà’ nelle case e fà’ tanti discorsi”, si partiva subito verso la scuola, il Catechismo, la Messa (Guido la serviva), dal mentaio, al dopo-scuola. Ecco, proprio il dopo-scuola; fu con quello che la Tosca (la mamma di Guido) scoprì l’altarini. Andò così.
Erano gli anni che nelle stanze sopra il Comune, la Madre teneva il dopo-scuola; per cinquecento lire al mese, vi si poteva andare per un paio d’ore, dalle due alle quattro. Chi aveva bisogno di un po’ di ripetizione, la Madre lo seguiva in modo particolare e tutti comunque venivano aiutati per i compiti di casa, specialmente nelle letture.
Anch’io ci andavo, ma soltanto quando pioveva. Mentre per quanto riguarda la scuola, quella della mattina, la prendevo sul serio e ci stavo attentissima, il pomeriggio era intoccabile per “andà’ aggiro”. A quel tempo garbava a tutti ritornare nel piazzale delle scuole, ma solo per “passà’ il tempo e per giocà’”, soprattutto un gioco che si faceva solo lì: le quattro cantonate.
A questo punto, devo spiegare un certo “contratto” che il mi’ babbo, costretto dalla mi’ mamma, aveva fatto con le suore. Lui ci si recava spesso da loro perché lo mandavano a chiamare per qualsiasi lavoretto. Lavoretti minimi ma necessari, e che lui faceva sempre in via di favore. Allora la mi’ mamma gli fece chiedere (sottinteso come pagamento) il permesso di farmi andare qualche volta al dopo-scuola, senza impegno, di quando in quando. E le suore dissero subito di sì.
Tutti i giorni alle due, sia io che Guido, si usciva di casa. Se non ci si trovava “a Puntaccolle”, chi prima usciva “‘ndava a chiamà'”. Lui il dopo-scuola lo doveva frequentare regolarmente, io invece regolarmente frequentavo solo il piazzale. Infatti, una volta lì, se c’ era qualcuno a giocare (e qualcuno ci trovavo quasi sempre) m’imbrancavo anch’io e trattenevo giù anche Guido, a cui la cosa stava benone. Poi, quando ci pareva, si ritornava in giù, ognuno a casa sua. Così andò avanti per quasi tutto l’anno scolastico. Poi, come fu come non fu, la Tosca lo venne a sapere. Per primissima cosa “andò a ‘spettà’” la mi’ mamma alla segheria e risentita “ni fece sapé’” tutto quanto. Ma la mi’ mamma lo sapeva benissimo che io “‘r doppo-dessinà’ ‘ndavo aggiro” e infatti glielo disse:
“E lo sò che lé’ ‘un ci và, ma tanto io ‘r mese ‘un lo pago”
“Eh, ma io sì!” – rispose la Tosca risentita.
A questo punto, l’unica che “né la doveva fà’ intende’ “ ero io. Mi trovò, per caso, alla fonte, mi “chiappo” per le code e mi urlò in un orecchio: “O’ stracicona! Te vai ‘n dù’ ti pare. Ma lù’ ‘asciacelo ‘ndà’!”
Non ci fu bisogno di aggiungere altro, avevo capito benissimo. Il “chiamo” reciproco continuò, però io facevo quel che mi pareva come prima, mentre Guido montava la scala delle suore e sbattendo la cartella da tutte le parti imprecava: – “Accidenti a chi né la ditto” – .
E io che “riscotevo” tutte le sere, quella volta lì la passai liscia: caso eccezionale ero in regola.

F.M.V.


PIAVOLA, UNA DISUMANA RAPPRESAGLIA

Piavola

Nel quadro della celebrazione del XXV Aprile, si è tenuta all’ex Frantoio Rossoni una lezione del Prof. Paolo Pezzino che ha presentato i materiali raccolti per l’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste, un progetto finanziato dalla Germania nel quadro del cosiddetto “Fondo italo-tedesco per il futuro”. L’Atlante, promosso in collaborazione tra Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI) e Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI), ha permesso di definire un quadro completo degli episodi di violenza contro i civili commessi dall’esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti in Italia tra il 1943 e il 1945.

Della lezione del Prof. Pezzino pubblicheremo un estratto più avanti. Dal sito dell’Atlante (http://www.straginazifasciste.it/) si ricavano alcune, importanti notizie:

Nell’Elenco reparti responsabili viene individuato il reparto che ha eseguito la strage di Piavola, il 65. Infanterie-Division. Un tipo di reparto facente parte della Wehrmacht (forze armate tedesche comprendente l’Heer – esercito, la Kriegsmarine –  marina e la Luftwaffe – aeronautica). Il 65. Infanterie-Division è responsabile o corresponsabile di molteplici stragi:

 

  1. Rocca Corneta, Lizzano in Belvedere (mercoledì, 21 giugno 1944)
  2. Fanano (venerdì, 23 giugno 1944)
  3. Lizzano in Belvedere (martedì, 27 giugno 1944)
  4. VALPROMARO CAMAIORE (venerdì, 30 giugno 1944)
  5. MONTE A PESCIA (martedì, 18 luglio 1944)
  6. PIAVOLA BUTI (domenica, 23 luglio 1944)
  7. TERMINE VICOPISANO (martedì, 25 luglio 1944)
  8. STRIGLIANELLA MONTALE (venerdì, 4 agosto 1944)
  9. LA ROMAGNA SAN GIULIANO TERME (domenica, 6 agosto 1944 – lunedì, 7 agosto 1944)
  10. GERMINAIA DI PISTOIA (mercoledì, 9 agosto 1944)
  11. SAN PANTALEO PISTOIA (sabato, 12 agosto 1944)
  12. VELLANO PESCIA (giovedì, 17 agosto 1944)
  13. SAN QUIRICO IN VALLERIANA PESCIA (sabato, 19 agosto 1944)
  14. SAN PIERO IN CAMPO MONTECARLO (giovedì, 31 agosto 1944)
  15. PESCIA (mercoledì, 6 settembre 1944 – giovedì, 7 settembre 1944)
  16. CIMITERO VELLANO PESCIA (giovedì, 14 settembre 1944).

Inoltre, la ricerca mette in evidenza  che si è motivato il massacro come rappresaglia (azione punitiva caratterizzata da inumanità e da violenza indiscriminata posta in essere da una forza occupante ai danni della popolazione civile. La rappresaglia è vietata dal diritto internazionale).

L’Atlante indica, tra l’altro, la bibliografia essenziale da tenere come base per valutare quanto successo in Piavola:

AA.VV., La Resistenza nel comune di San Giuliano Terme: cinquantennale della Resistenza e della liberazione, Pacini, Pisa, 1994.

AA.VV., Testimonianze e documenti raccolti dagli studenti della Scuola Media, Amministrazione Provinciale di Buti, 1974.

AA.VV., Uomini in guerra, Scuola media F. Di Bartolo (a cura di), Buti, 1995.

Michele Battini, Paolo Pezzino, Guerra ai civili, Marsilio, Venezia, 1998, pp. 169-175.

Gianluca Fulvetti, Uccidere i civili. Le stragi naziste in Toscana (1943-1945), Carocci, Roma, 2009, pp. 167-168.

Così per quanto riguarda una nutrita serie di fonti archivistiche per la gran parte tratte dai verbali del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) sezione di Buti.